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Conscio e subconscio. Consapevolezza ed inconsapevolezza.

La nostra mente funziona contemporaneamente su due livelli. In uno siamo consapevoli di quello che percepiamo, delle scelte e delle azioni che stiamo compiendo. Nell’altro manca la consapevolezza e le percezioni, le scelte e le azioni che sono messe in atto funzionano automaticamente. Questo doppio livello è sicuramente un vantaggio perché ci permette di realizzare più attività contemporaneamente, i problemi sorgono quando questi due livelli non sono più in sintonia. In questo caso avvertiamo una sensazione di una doppia personalità, di una parte di noi che vuol fare una certa cosa e di un’altra parte che ci porta a mettere in atto l’azione contraria. Tutto questo succede perché le due parti utilizzano modalità operative differenti.


Mente conscia.
  • Analizza e valuta gli input dei sensi, critica, giudica, accetta o rifiuta.
  • Processa le informazioni in serie, una alla volta.
  • Utilizza la memoria a breve termine.
  • Sede della forza di volontà.
  • Capisce l'umorismo, il sarcasmo, l'allusione e la negazione.
  • Lenta e imprecisa.
  • Desiderosa di provare ed imparare cose nuove.
  • Amor proprio, presunzione.
  • Passato - Presente- Futuro.
  • Sede della logica, del ragionamento e delle decisioni.

Mente subconscia.

  • Agisce senza porsi domande, analizzare o giudicare.
  • Capace di elaborare diverse informazioni contemporaneamente; gestisce tutte le funzioni fisiche.
  • Memoria a lungo termine.
  • La sede delle abitudini.
  • Letterale. Non capisce l'umorismo, il sarcasmo, l'allusione e la negazione.
  • Rapida ed accurata.
  • Lenta ai cambiamenti.
  • Istinto di conservazione.
  • Unica cornice del tempo: Ora.
  • Sede delle emozioni.
  • Inconsapevolezza.
Quando queste due funzioni della nostra mente si attivano interagendo gestiscono efficacemente ed efficientemente la nostra vita.Ci sono tecniche che  aiutano ad integrare le due menti in modo che la parte consapevole ci faccia prendere le giuste decisioni e ci faccia adottare le corrette strategie, mentre la parte inconsapevole ci dia il sostegno motivazionale e la corretta esecuzione delle azioni necessarie alla realizzazione degli obiettivi e delle strategie adottate.
Per poter gestire il nostro subconscio dobbiamo utilizzare modi e metodi che possono sfruttare al meglio le sue caratteristiche. Infatti, la nostra parte subconscia: è meglio malleabile quando il nostro cervello lavora a determinate frequenze cerebrali, capisce linguaggi semplici come quello delle immagini, apprende e memorizza ripetendo continuamente i messaggi che gli trasmettiamo. 

In cerca dell'equilibrio.



Nello yoga ci sono alcune posizioni la cui finalità è imparare a mantenere in equilibrio il corpo. Per esempio, una di queste è la "posizione dell'albero" dove bisogna poggiarsi su una sola gamba, mentre l'altra è piegata con il piede messo sulla coscia, sopra il ginocchio, della gamba opposta, le braccia sono distese verso l'alto con le mani unite sopra la testa. I benefici che si hanno realizzando questa posizione sono: maggior equilibrio fisico e mentale, aumento della capacità di concentrazione e dell'autostima. Vorrei ora analizzare la vita di tutti i giorni come se si stesse eseguendo la posizione dell'albero.
Partiamo dal fatto che poggiandosi su una sola gamba si perde l'equilibrio cui si è abituati stando su due gambe. Cambiando la nostra condizione abitudinaria perdiamo l'equilibrio realizzato automaticamente e si è costretti a trovarne un altro. Basterebbero i ricordi del bambino che si è stati, a confermare quanto si è dovuto lavorare per imparare a mantenersi in equilibrio nella posizione eretta. Ora è chiaro che, nella routine quotidiana, si è costretti a trovare continuamente l'equilibrio, perché ognuno è un sistema che cambia continuamente e si è immersi in un altro che fa altrettanto. Il corpo cambia continuamente, così come i bisogni che si avvertono, così come il contesto in cui si vive. Di conseguenza i nostri pensieri, le decisioni che ne conseguono e le azioni che le realizzano devono lavorare all'unisono per mantenerci in equilibrio. Il rischio è di cadere.
Quando si è nella posizione dell'albero, per mantenerci in equilibrio, il corpo realizza degli impercettibili movimenti muscolari che servono a compensare, da una parte o dall'altra, la perdita dell'equilibrio. Credo che sia necessario fare la stessa cosa nella vita di tutti i giorni. Bisogna essere sempre pronti a cavalcare l'onda, surfare fino a raggiungere, scivolando, la spiaggia. Per fare questo è necessario molta flessibilità e leggerezza. E' necessario abbandonare preconcetti e pregiudizi.
L'ultimo punto, per concludere quest'analogia tra la posizione dell'albero e il vissuto quotidiano, è nel trucco che bisogna adottare per non perdere l'equilibrio: fissare un punto in avanti. Quel punto è la nostra tavola da surf. Esso è la consapevolezza che si ha della propria persona. Non tanto di un essere statico con la propria fisicità e con le proprie convinzioni, bensì di un essere che vive, e vivendo vibra in armonia con altri esseri, non solo umani, che a loro volta vibrano. 

Decisioni.


Voi decidete: a che ora svegliarvi la mattina, che tipo di colazione fare, quali vestiti indossare, la vostra postura mentre camminate, il vostro stile di guida, come reagire se qualcuno vi taglia la strada, cosa fare quando il bambino zingaro vi chiede l'elemosina, come salutare i vostri colleghi, come lavorare, come agire con la persona che non sopportate e con quella che vi piace tanto, cosa mangiare a pranzo, come trattare la vostra famiglia, cosa leggere o non leggere, cosa guardare in tv o non guardarla, a che ora andare a dormire. Queste sono solo alcune scelte che normalmente si fanno durante la giornata, la nostra è una vita di scelte, momento dopo momento. Di alcune siamo consapevoli, altre le facciamo senza pensarci. Siamo inconsapevoli perché sono scelte che abbiamo fatto tanti anni fa e ripetendole continuamente sono diventate automatiche (per esempio come camminiamo o come guidiamo l'auto), oppure perché appartengono ai nostri automatismi biologici.
La nostra esistenza è un lungo percorso segnato dalle decisioni prese e dalle conseguenze che esse causano. Da ogni decisione scaturisce un'azione che determinerà l'avanzamento di un passo in una direzione ben precisa. Prima di decidere possiamo muoverci a trecentosessanta gradi, ma tratto il dado la direzione è segnata. Quindi il momento della decisione è un tempo di sospensione dove tutto può accadere. Come può la nostra mente sfruttare al massimo questo momento?
La prima cosa è essere consapevoli che qualsiasi azione si faccia è il frutto di una decisione presa. Per afferrare quanto sia vero questo concetto prendiamo ad esempio una delle tante attività che si fanno durante il giorno. Immaginate di volervi preparare un caffè con una moka. Iniziamo ad analizzare la procedura partendo dal riempimento della caldaia della moka di acqua. Aprite il rubinetto spostando la manopola fino ad avere in flusso d'acqua che ritenete sufficiente (decisione). Riempite la caldaia fino ad un livello adatto (decisione). Infilate il serbatoio del caffè nella caldaia e controllate che tutto vada bene (decisione). Prendete la latta che contiene la polvere del caffè e la poggiate in un punto preciso (decisione). Con un cucchiaino prendete dalla latta una dose adeguata di caffè (decisione). Ponete la polvere nel filtro e continuate questa operazione finché credete di averne messa la giusta quantità (decisione). Avvitate il bricco alla caldaia facendo la giusta pressione (decisione). Accendete il fornello, ci ponete su la moka regolando la fiamma (decisione). Fare un caffè con la moka comporta una serie di decisioni e, per chi lo fa con una certa abitudine, sono fatte automaticamente. Cercate di scovare anche una sola piccola azione che non è il frutto di una decisione presa consapevolmente o inconsapevolmente. 
Nei prossimi post analizzerò più approfonditamente quali sono i processi che regolano una decisione. Quello che voi potete fare, anche da subito, è affermare in ogni momento: "Io sto decidendo ..." (di fare il passo con la gamba destra o sinistra, di fare il passo più lungo, di girare a destra, di accelerare, di rallentare, di sorridere, di piangere, di rimanere da solo, di essere in compagnia, di odiare, di amare, ecc.). Oppure se volete analizzare il passato, potete chiedervi "Io ho deciso ...". Quando analizziamo le decisioni al presente, ne diventiamo consapevoli. Quando le analizziamo le decisioni nel passato, diventiamo consapevoli delle conseguenze che hanno causato. 

La realtà immaginaria.


Quando si parla di realtà, ci si riferisce a qualcosa di concreto, al di fuori della nostra persona, che esiste di là della nostra presenza. Quindi possiamo dire: la dura realtà, non è realistico, in realtà vi dico. Come si evidenzia da queste poche frasi, ripetute diffusamente nei nostri discorsi, la realtà è anche sinonimo di verità. Quando qualcuno parla di realtà, parla anche di verità. Ma la realtà è così reale come sembra?


Cerchiamo di rispondere a questa domanda ipotizzando che la realtà sia qualcosa di oggettivo, cioè come un contesto dove possibili influenze di valutazioni soggettive sono escluse. La fisica dell'ultimo secolo esclude la possibilità di una realtà oggettiva.
Ora consideriamo l'oggettività della realtà dal punto di vista della condivisione di più persone della descrizione di alcuni aspetti della stessa. A dimostrare quanto questa è impossibile basti considerare le diverse opinioni esistenti su uno stesso argomento. Inoltre, sono noti i test fatti in psicologia sociale, a dimostrare quanto la valutazione corretta del singolo individuo sulla lunghezza di alcuni bastoncini, possa essere influenzata dalla valutazione volutamente errata fatta dal gruppo istruito dallo sperimentatore. D'altra parte anche i nostri sensi non possono aiutarci nella percezione oggettiva di un elemento della realtà. La nostra percezione parziale viene completata nella nostra mente, a dimostrazione di ciò fate una ricerca su Youtube con le parole "illusione ottica".
La realtà oggettiva non esiste. Quella che noi chiamiamo realtà è un'idea che abbiamo di come sia fatto il mondo fuori della nostra persona. Quest'idea si è formata nella nostra mente attraverso le migliaia di esperienze che abbiamo fatto sin da quando siamo nati. Ma la cosa più incredibile è che le nostre scelte sono relative all'idea che abbiamo della realtà, e abbiamo una certa idea della realtà a causa delle esperienze che abbiamo fatto facendo delle scelte piuttosto che altre. Quindi ognuno è artefice della propria realtà.

Il cervello

Ogni nostro pensiero, consapevole o inconsapevole che sia, produce dei cambiamenti nel nostro cervello, perché ogni nostro pensiero attiva un gruppo di cellule cerebrali: i neuroni. Il cervello non è la mente ma è la macchina che permette di far funzionare la mente. Se volessimo fare un paragone con l’attuale tecnologia possiamo dire che il cervello è l’hardware che permette l’elaborazione di prodotti mentali. Il cervello come hardware funziona attraverso processi biochimici ed elettrici che avvengono nel numero quasi infinito dei suoi neuroni e dei collegamenti che questi creano tra di loro.
Il cervello insieme a tutto il sistema nervoso gestisce tutte le funzioni del nostro corpo attraverso le informazioni che provengono dai sensi. Oltre ai sensi che ci relazionano con l'ambiente esterno, vista, udito,olfatto, gusto, tatto e pressione, il cervello processa anche le informazioni provenienti dai sensi interni, fame, sete, dolore, temperatura e propriocezione (consapevolezza della posizione del corpo nello spazio).
Le informazioni vengono elaborate e immagazzinate sotto forma di ricordi. I ricordi non sono altro che reti di neuroni; tanto più l'informazione attiva ripetutamente una rete di neuroni e maggiore sarà la forza che la renderà essa coesa. Una volta che le continue ripetizioni hanno fissato saldamente la rete neuronale, essa esce dal nostro livello di consapevolezza e agisce in regime di inconsapevolezza, diventando un'abitudine. Esempi banali di abitudini e automatismi possono essere tutte le attività motorie che abbiamo imparato come il linguaggio, il guidare l'auto o la bicicletta, ecc. Tutte queste attività quando sono state affrontate la prima volta richiedevano la nostra completa attenzione, ma una volta apprese memorizzate attraverso una continua applicazione sono diventate automatiche, grazie a questo mentre guidiamo, per esempio, possiamo fare anche altre attività. Tra le abitudini dobbiamo annoverare anche le azioni che realizziamo nel relazionarci con gli eventi e le persone della nostra vita.
Come si è già accennato ogni pensiero produce una reazione biochimica nel cervello, quindi vengono prodotti dei segnali chimici che una volta rilasciati nel corpo diventano messaggeri di pensiero. Il corpo quindi ha la sensazione di ciò che pensa il cervello, queste sensazioni vengono avvertite dal cervello, che a sua volta produce il pensiero relativo a quella sensazione. Ciò che abbiamo, alla fine, è un circuito cervello<-->corpo, dove le due componenti si influenzano in un circolo senza fine. Immaginate di avere dei pensieri felici, il cervello attiverà quella rete neuronale che rappresenta quei pensieri felici, le cellule rilasceranno le sostanze biochimiche che faranno sentire al corpo il pensiero felice, a sua volta il corpo proverà una sensazione di felicità che porterà il cervello ad avere pensieri felici. 

Che mente!

Dire che la mente è ciò che distingue l’essere umano da qualsiasi essere vivente esistente, è una verità, per quanto banale, assoluta. Non è tanto l’intelligenza presente, seppure con caratteristiche diverse, in molti animali. Non è nemmeno il grado di consapevolezza del sé, presente anch’essa in alcuni animali. Ciò che fa della mente una qualità unica dell’essere umano è la sua capacità di creare il mondo. Senza la nostra mente non esisterebbe nessun mondo, perché essa va oltre i sensi ed estende il nostro mondo a tutto l’universo dei mondi immaginari.
Mentre scrivo sento i clacson delle auto in strada. Non percepisco solo un rumore, ma posso vedere (immaginare) quelle auto e le persone che ci sono dentro, posso seguire le strade che si diramano dal primo incrocio, posso fare una panoramica dell’intera città, della nazione, del mondo, dell’universo. La mente ci permette di essere in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo, di immaginare mondi. Nella mente non esiste distinzione tra fantasia e realtà: tutto ciò che in essa prende vita è pura realtà.
Nella mente c’è tutta la nostra esistenza: l’idea che abbiamo di noi stessi e del mondo, delle nostre ambizioni e dei nostri limiti. Ora quello che dobbiamo assolutamente capire è che siamo noi a gestire la nostra mente. È vero che quando continuiamo a fare qualcosa che non desideriamo fare, pensiamo di non essere padroni di noi stessi o della nostra mente. Ma questo non è assolutamente vero, siamo padroni della nostra mente come lo siamo delle nostre braccia, e possiamo gestirla nello stesso modo con cui gestiamo i nostri arti superiori. Con gli adeguati strumenti potete fare della vostra mente una inesauribile fonte di risorse e di successo per la vostra vita.