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Le onde cerebrali


Le onde cerebrali sono dei tracciati grafici che evidenziano l'attività elettrica del cervello, ottenute tramite la registrazione poligrafica dell'elettroencefalogramma. La ricerca indica che le onde cerebrali predominanti prima della nascita fino all'età di due anni sono le onde Delta, che in un adulto sono presenti solo nel sonno profondo e senza sogni. Poi, fino all'età di sei anni, le onde predominanti diventano quelle Theta, che sono sinonimo di una grande immaginazione, simile ad un sogno.
Ciò vuol dire che, dalla nascita fino all'età di sei anni, il bambino sperimenta un mix di esperienze positive e negative, che sono tutte archiviate nella mente mentre questa funziona con delle frequenze che sono tipiche del subconscio. Quindi le buone esperienze sono memorizzate accanto a quelle brutte, e le buone idee sono memorizzate insieme a quelle sbagliate.

In effetti, fino all'età di sei anni, il cervello agisce come una spugna ed è così potente che un bambino può imparare a imitare fino a quattro lingue parlate allo stesso tempo e imparare i comportamenti non verbali associati a ciascuna. Nell'adulto, purtroppo, lo stato di super-coscienza che consente tale straordinaria memoria non esiste.

Da sei a dodici anni, un bambino migra verso uno stato Alpha della mente, che è sempre uno stato di super-apprendimento. Anche in questo caso, il cervello si comporta come una spugna, esso è in grado di assorbire e dare un senso ad un enorme numero di informazioni dell'ambiente esterno, ma ha scarsa capacità di filtraggio cosciente. Di qui la ragione per cui tante idee sbagliate ed emozioni indesiderate tornano a perseguitarci negli anni successivi.

Solo all'età di dodici anni le frequenze cerebrali entrano nello stato Beta che è tipico dell'età adulta. È questa attività cerebrale che permette di pensare in un modo mirato e coerente, come un adulto, ma che è anche molto più limitata in potenza e capacità rispetto agli stati cerebrali presenti negli anni precedenti.

Lo stato cerebrale Theta e quello Delta, di norma, non sono presenti nello stato di veglia, né sono facilmente accessibili per l'adulto medio durante il normale stato di coscienza. Entrambi, però, sono accessibili agli adulti durante il sonno o durante gli stati alterati di coscienza. Anche lo stato Alpha negli adulti è poco accessibile durante lo stato di veglia. Solo durante i momenti del giorno in cui si “sogna ad occhi aperti” o nei momenti che precedono il sonno gli adulti entrano in questo stato.

Per poter capire e modificare le convinzioni e gli atteggiamenti che abbiamo appreso durante i primi anni della vita è utile poter intenzionalmente portare il nostro cervello agli stati Theta, Delta ed Alpha.

Come attivare le frequenze Alpha e Theta.

Le frequenze Alpha sono presenti naturalmente prima di addormentarsi e quando fantastichiamo. Le frequenze Theta sono presenti naturalmente durante il sonno. Queste due tipi di frequenza però sono presenti anche durante particolari stati di coscienza come l'ipnosi, il rilassamento e la meditazione. Inoltre, con il neurofeedback è possibile allenarsi ad entrare in uno stato in cui sono emesse le onde Alpha e Theta. Il neurofeedback utilizza la stessa tecnologia usata per l'elettroencefalogramma, al fine di rendere la persona consapevole, attraverso un segnale sonoro o luminoso, delle frequenze che emette il cervello e quindi di imparare a controllarle mediante l'utilizzo di apposite procedure. 
Il neurofeedback ha avuto un grande utilizzo nei disturbi dell'attenzione

La realtà immaginaria.


Quando si parla di realtà, ci si riferisce a qualcosa di concreto, al di fuori della nostra persona, che esiste di là della nostra presenza. Quindi possiamo dire: la dura realtà, non è realistico, in realtà vi dico. Come si evidenzia da queste poche frasi, ripetute diffusamente nei nostri discorsi, la realtà è anche sinonimo di verità. Quando qualcuno parla di realtà, parla anche di verità. Ma la realtà è così reale come sembra?


Cerchiamo di rispondere a questa domanda ipotizzando che la realtà sia qualcosa di oggettivo, cioè come un contesto dove possibili influenze di valutazioni soggettive sono escluse. La fisica dell'ultimo secolo esclude la possibilità di una realtà oggettiva.
Ora consideriamo l'oggettività della realtà dal punto di vista della condivisione di più persone della descrizione di alcuni aspetti della stessa. A dimostrare quanto questa è impossibile basti considerare le diverse opinioni esistenti su uno stesso argomento. Inoltre, sono noti i test fatti in psicologia sociale, a dimostrare quanto la valutazione corretta del singolo individuo sulla lunghezza di alcuni bastoncini, possa essere influenzata dalla valutazione volutamente errata fatta dal gruppo istruito dallo sperimentatore. D'altra parte anche i nostri sensi non possono aiutarci nella percezione oggettiva di un elemento della realtà. La nostra percezione parziale viene completata nella nostra mente, a dimostrazione di ciò fate una ricerca su Youtube con le parole "illusione ottica".
La realtà oggettiva non esiste. Quella che noi chiamiamo realtà è un'idea che abbiamo di come sia fatto il mondo fuori della nostra persona. Quest'idea si è formata nella nostra mente attraverso le migliaia di esperienze che abbiamo fatto sin da quando siamo nati. Ma la cosa più incredibile è che le nostre scelte sono relative all'idea che abbiamo della realtà, e abbiamo una certa idea della realtà a causa delle esperienze che abbiamo fatto facendo delle scelte piuttosto che altre. Quindi ognuno è artefice della propria realtà.

Il cervello

Ogni nostro pensiero, consapevole o inconsapevole che sia, produce dei cambiamenti nel nostro cervello, perché ogni nostro pensiero attiva un gruppo di cellule cerebrali: i neuroni. Il cervello non è la mente ma è la macchina che permette di far funzionare la mente. Se volessimo fare un paragone con l’attuale tecnologia possiamo dire che il cervello è l’hardware che permette l’elaborazione di prodotti mentali. Il cervello come hardware funziona attraverso processi biochimici ed elettrici che avvengono nel numero quasi infinito dei suoi neuroni e dei collegamenti che questi creano tra di loro.
Il cervello insieme a tutto il sistema nervoso gestisce tutte le funzioni del nostro corpo attraverso le informazioni che provengono dai sensi. Oltre ai sensi che ci relazionano con l'ambiente esterno, vista, udito,olfatto, gusto, tatto e pressione, il cervello processa anche le informazioni provenienti dai sensi interni, fame, sete, dolore, temperatura e propriocezione (consapevolezza della posizione del corpo nello spazio).
Le informazioni vengono elaborate e immagazzinate sotto forma di ricordi. I ricordi non sono altro che reti di neuroni; tanto più l'informazione attiva ripetutamente una rete di neuroni e maggiore sarà la forza che la renderà essa coesa. Una volta che le continue ripetizioni hanno fissato saldamente la rete neuronale, essa esce dal nostro livello di consapevolezza e agisce in regime di inconsapevolezza, diventando un'abitudine. Esempi banali di abitudini e automatismi possono essere tutte le attività motorie che abbiamo imparato come il linguaggio, il guidare l'auto o la bicicletta, ecc. Tutte queste attività quando sono state affrontate la prima volta richiedevano la nostra completa attenzione, ma una volta apprese memorizzate attraverso una continua applicazione sono diventate automatiche, grazie a questo mentre guidiamo, per esempio, possiamo fare anche altre attività. Tra le abitudini dobbiamo annoverare anche le azioni che realizziamo nel relazionarci con gli eventi e le persone della nostra vita.
Come si è già accennato ogni pensiero produce una reazione biochimica nel cervello, quindi vengono prodotti dei segnali chimici che una volta rilasciati nel corpo diventano messaggeri di pensiero. Il corpo quindi ha la sensazione di ciò che pensa il cervello, queste sensazioni vengono avvertite dal cervello, che a sua volta produce il pensiero relativo a quella sensazione. Ciò che abbiamo, alla fine, è un circuito cervello<-->corpo, dove le due componenti si influenzano in un circolo senza fine. Immaginate di avere dei pensieri felici, il cervello attiverà quella rete neuronale che rappresenta quei pensieri felici, le cellule rilasceranno le sostanze biochimiche che faranno sentire al corpo il pensiero felice, a sua volta il corpo proverà una sensazione di felicità che porterà il cervello ad avere pensieri felici.